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Il nuovo report sull’economia del Design 2024

L’8 aprile, presso l’ADI Design Museum di Milano, si è tenuta la presentazione della VII edizione del rapporto “Design Economy” promosso da Fondazione Symbola, ADI Associazione per il Disegno Industriale, Deloitte Private, Poli.Design e in collaborazione con Comieco, CUID, Alma Laurea, ADI Design Museum, AIPi, AIAP e Circolo del Design.

Design Economy 2024 è la nuova edizione del report che mette in luce come l’industria del design è importante per l’economia del Paese, non solo in termini industriali, di produzione, di export, di creazione di posti di lavoro, ma anche in termini di cultura, di formazione, di adozione delle tecnologie, di innovazione e di sostegno attivo ai temi della sostenibilità e dell’inclusione.

Il report è stato realizzato da Fondazione Symbola insieme a Deloitte Private, POLI.design, ADI e in collaborazione con Comieco, AlmaLaurea, CUID, con il patrocinio del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del ministero delle Imprese e del made in Italy.

Obiettivo è accrescere la consapevolezza del valore del design per la competitività del sistema produttivo nazionale e alla presentazione del rapporto presso l’ADI Design Museum di Milano hanno partecipato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Ernesto Lanzillo, Deloitte private leader Italia; Luciano Galimberti, presidente ADI; Cabirio Cautela, CEO POLI.design; Domenico Sturabotti, direttore della Fondazione Symbola; Antonio Grillo, design director Tangity Design Studio – NTT Data; Maria Porro, presidente Salone del Mobile; Marco Maria Pedrazzo, designer manager; Susanna Sancassani, managing director METID – Politecnico di Milano; Francesco Zurlo, preside della Scuola del design Politecnico di Milano; Lorenzo Bono, responsabile Ricerca e sviluppo Comieco; Adolfo Urso, ministro delle Imprese e made in Italy.

Una fotografia in Italia e in Europa

Il settore conta 41.908 mila operatori nel settore del design, articolati tra 24.596 liberi professionisti e lavoratori autonomi e 17.312 imprese, che hanno generato un valore aggiunto pari a 3,14 miliardi con 63.485 mila occupati. Le imprese si distribuiscono su tutto il territorio nazionale, con una particolare concentrazione nelle aree di specializzazione del made in Italy e nelle regioni Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, dove si localizza il 60% delle imprese. È relativamente al fatturato delle imprese che l’Italia dà il meglio di sé, registrando la migliore performance tra i Paesi UE, davanti agli ottimi risultati comunque conseguiti anche da Francia, Spagna e Polonia. In un solo anno, infatti, tra il 2021 e il 2022, le vendite del settore sono cresciute del +27,1%, ovvero quasi il doppio della media comunitaria (+14,4%).

La capitale del design italiano è Milano: il capoluogo lombardo è capace di concentrare il 18% del valore aggiunto del settore sul territorio nazionale. Milano è anche sede del Salone del Mobile e del Fuorisalone, la più grande manifestazione al mondo dedicata al design. Questa tendenza fa il paio con quella generale, visto che le imprese e i professionisti del design svolgono le loro attività prevalentemente nei centri metropolitani, dove hanno la possibilità di godere di una maggiore visibilità nazionale e internazionale.

La distribuzione regionale dei dati fa emergere la forte concentrazione di attività del design in Lombardia e nello specifico della provincia di Milano. Il territorio lombardo raccoglie infatti il 29,4% delle imprese italiane, il 32,7% del valore aggiunto e il 27,7% dell’occupazione complessiva. Si confermano a seguire altre tre regioni settentrionali: il Veneto (seconda per quota di imprese 11,4%, terza per valore aggiunto, 11,4% e terza per occupazione, 11,7%), l’Emilia Romagna (terza per quota di imprese, 10,5%, ma seconda per valore aggiunto, 13,5% e occupazione, 13,3%) e il Piemonte (quarta per quota di imprese, 8,3%, quarta per valore aggiunto, 10,9% e quarta per occupazione, 11,0%).

Se la Lombardia è in testa tra le regioni, Milano lo è tra le province e conferma la posizione rilevata nei precedenti rapporti: l’area concentra il 14,4% delle imprese il 18,8% del valore aggiunto prodotto e il 13,3% dell’occupazione nazionale.

Al secondo posto della classifica per numero di imprese emerge la provincia di Roma (6,6%), terza per prodotto (5,4%) e per occupazione (5,9%), a cui segue Torino (5,0% ma seconda per valore aggiunto, 7,2% e occupazione, 7,1%), Firenze (quarta per quota di imprese, 3,1%, quinta per valore aggiunto, 2,9% e settima per occupazione, 2,6%), Bologna (quinta per quota di imprese, 2,8%, quarta per valore aggiunto, 3,7% e occupazione, 3,6%).

La formazione italiana nell’ambito del Design

Nell’anno accademico 2022/2023 hanno attivato corsi di studio in discipline del design 95 istituti, 3 in più rispetto la precedente rilevazione. Tra questi ci sono 30 Università (di cui 20 pubbliche e 10 private) 26 Altri Istituti autorizzati a rilasciare titoli AFAM, 20 Accademie di Belle Arti, 13 Accademie Legalmente Riconosciute e 6 ISIA, per un totale di 344 corsi di studio, distribuiti in vari livelli formativi e in diverse aree di specializzazione. Rispetto all’anno precedente, cresce del 5% il numero di corsi accreditati e attivati e del 3% il numero degli istituti, in particolare nel caso delle Università e delle Accademie di Belle Arti e Legalmente Riconosciute. A crescere non sono solo gli istituti e i corsi attivati ma anche la domanda e il numero degli studenti pari a 16.423, cioè l’8,6% in più rispetto al precedente anno accademico.

Questa crescita è calmierata dagli ingressi contingentati in quasi tutte le tipologie di istituti. Per esempio, per i corsi di laurea universitari, la maggior parte sottoposti al vincolo del numero programmato, aumenta il numero di iscrizioni al test di ingresso che supera di quattro volte i posti disponibili, con una media nazionale di 2,5 domande per ciascun posto e punte di oltre 6 nel nord Italia. Rapporto costante negli anni nonostante la crescita dei corsi di studio attivi. L’analisi della distribuzione geografica degli istituti e degli studenti iscritti al primo anno offre una fotografia dei luoghi della formazione del design. In generale, si conferma un’ampia diffusione su tutto il territorio italiano con diversi livelli di concentrazione. Sebbene in numeri assoluti questa sia maggiore al Nord (40% di istituti e 56% di studenti), la dinamica di crescita dei nuovi studenti iscritti premia in particolar modo il Centro (+25,6% nell’ultimo biennio e +16,5% nell’ultimo anno) e il Sud e le Isole (+13,6% rispetto allo scorso anno).

Digitale e intelligenza artificiale

Tra le tecnologie considerate più rilevanti dal settore spicca l’extended reality (40,6%) che, con i suoi strumenti immersivi, abilita nuove forme collaborative, incoraggiando la creatività, migliorando la formazione e aprendo nuove opportunità di business. Segue l’intelligenza artificiale predittiva e generativa (37,7%), per la sua capacità di supportare e rendere più efficiente l’attività di progettazione, automatizzandone alcune fasi, generando idee e concept, simulazioni e prototipi avanzati.

Se oggi il livello di competenza tecnologica dei progettisti appare elevato, complessivamente 83% degli intervistati nel report lo giudica medio o alto, la preparazione sulle tecnologie basate sull’IA risulta nel complesso ancora limitata, in linea con il contesto nazionale: solo il 45% valuta il suo livello di conoscenza come medio-alto. La limitata comprensione del funzionamento e delle opportunità derivanti dall’introduzione dell’IA si traduce attualmente in un ridotto utilizzo nella progettazione: solo poco più di 3 rispondenti su 10 ne fanno abituale ricorso. Tra gli ostacoli alla diffusione dell’IA generativa abbiamo barriere linguistiche, i software tendono a fornire risultati più accurati se interrogati nella lingua di programmazione, e anagrafiche, l’età media dei progettisti è spesso inversamente proporzionale alle competenze informatiche.

I vantaggi nell’uso dell’IA sono ottimizzazione dei tempi di sviluppo dei progetti (42,0%), maggiore personalizzazione dei prodotti, migliori servizi ed esperienza d’uso (37,7%). Un valore legato alla complementarietà e sinergia tra le due intelligenze: umana e artificiale.

Il rapporto è liberamente scaricabile su sito della Fondazione Symbola.