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Un saluto a Neto, la Signora della ceramica

Tra meno di un mese avrebbe compiuto 98 anni Antonia Campi (Neto per gli amici) che ha serenamente concluso la sua lunga e proficua vita terrena in quel di Chiavari, dove da anni svernava dopo aver lasciato il verde della “pinetina” nei pressi di Lomazzo nel comasco, dove progettava in continuazione oggetti destinati al bagno, gioielli e vasellame. Tutto rigorosamente con la materia che l’ha accompagnata per tutta la sua vita: la ceramica. Antonia (Neto) Campi è stata secondo non solo noi ma anche della sua biografa Anty Pansera, la prima donna ad essere riconosciuta in quel ruolo di capace artigiana della ceramica che modellava inizialmente (fine anni ’30) nello stabilimento, progettato dall’architetto Portaluppi, in quel di Laveno Mombello, sul Lago Maggiore.

Allieva di Andlowitz ma prima ancora “ragazza di bottega” dello scultore Francesco Messina, nel periodo prebellico, Campi si scoprì non solo decoratrice, ma anche personaggio di idee che la portarono a produrre statue, vasi, piastrelle, bigiotteria e altri prodotti ceramici, partendo dalla sua seconda sede operativa in Faenza. Dopo essere stata, per alcuni anni, dirigente progettuale alla Ceramica di Laveno, Campi scelse di intraprendere la libera attività. Nel 2011 il suo tanto “saper fare” così  originale e talvolta provocatorio, le fecero conquistare un meritato  il Compasso d’Oro alla carriera, in una cerimonia ufficiale a Roma, cui abbiamo avuto l’onore di partecipare.

Le sue ceneri riposano nella tomba di famiglia nel cimitero di Sondrio, località valtellinese da dove lei  proveniva,  prima posando anche come modella (suo il corpo e il viso di una statua in una piazza del centro di Pavia che esalta  le qualità dell’ateneo locale), prima di passare alla decorazione e successivamente alla progettazione di tanti (e diversi) oggetti, tutti rigorosamente ottenuti plasmando, colorando e cuocendo la ceramica con la quale ha accompagnato il suo lunghissimo percorso professionale. (OGC)

Nella foto la collezione Gardena, produzione Lavenia (1960)