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Showroom CRISTINA Brera, un nuovo scenario progettuale

Progettato da Elisa Ossino Studio per CRISTINA Rubinetterie, il flagship store milanese propone un approccio esperienziale alla scoperta dei nuovi percorsi d’acqua.

Il 24 gennaio è andato in scena il Press day nel rinnovato Showroom CRISTINA Brera, in via Pontaccio 8/10 a Milano, che ha dato modo ai convenuti di sperimentare i percorsi dell’acqua attraverso i prodotti funzionanti.

Progettato da Elisa Ossino Studio per CRISTINA Rubinetterie, il flagship store milanese propone un approccio esperienziale alla scoperta dei nuovi percorsi d’acqua. Entrando nello showroom, inaugurato da poco più di un mese, il nuovo appare con forza, stabilendo con il visitatore una comunicazione immediata e aperta con un alto grado di espressività. La riflessione di Elisa Ossino, incaricata della revisione dello spazio (200 mq su due livelli nel cuore di Brera) ha riguardato innanzitutto la modalità di esposizione, per cui il rubinetto, considerato come oggetto, doveva essere percepito non solo dal punto di vista estetico o di texture, quanto soprattutto per la funzionalità insita nel differente flusso dell’acqua, inteso come componente essenziale. Da qui l’idea di scardinare un’asettica esposizione in favore di un approccio emozionale, dato in primis dall’interazione del visitatore con elementi funzionanti.

Racconta Elisa Ossino: “In condivisione con l’azienda, volevamo creare un involucro estremamente materico, in cui la vibrazione della luce – componente per me fondamentale nella riuscita di un progetto, forse legata al mio passato di fotografa – accompagnasse il riverbero dell’acqua”. La scelta dei materiali sottolinea questo approccio. Da qui la preferenza per il travertino delle vasche e di alcune superfici verticali – fin dall’antichità elemento “vicino” all’acqua, tradizionalmente utilizzato per fontane, piscine e spa – abbinato a pareti a calce, i cui naturali chiaroscuri sono accentuati dalla finitura accuratamente selezionata nello stesso tono di colore della pietra, lasciata quanto più naturale possibile, con taglio a sega o con evidenti stuccature della foratura. Mentre il cocciopesto dei pavimenti, scelto dopo una lunga ricerca e molte prove per provarne le diverse granulometrie, presenta una grana sottilissima di straordinario effetto materico che lo pone in perfetta armonia con lo spazio, ottenendo così “una scatola monocromatica dove la vibrazione della luce è data dall’alternanza dei materiali naturali”.

Il progetto si svela con altrettanta rilevanza nelle nuove suggestioni architettoniche: “Nel mio lavoro di interior designer cerco sempre la centralità dello spazio, in un gioco alternato di pieni e vuoti, di volumi semplici e chiari.
Ho annullato in primo luogo le quinte che chiudevano le vetrine: un invito a entrare perché già dall’esterno si gode dell’ampiezza dell’ambiente e dell’animazione interna. Ho tenuto solo un setto centrale in vetrina per avvicinare al pubblico il racconto di un prodotto, creando due archi con imbotti di ferro cerato che, oltre a conferire una maggiore profondità all’ambiente, creano un cannocchiale visivo che termina in un ambiente doccia dedicato al relax e al benessere con un soffione funzionante, visibile anche dall’esterno”.

Lo spazio è ordinatamente articolato, caratterizzato da quattro nicchie a parete che espongono le serie più recenti e funzionanti dei rubinetti: “quasi un percorso” sottolineato dalle grandi vasche rettangolari sospese di travertino che hanno la funzione di grandi lavabi, simili a lavatoi. “Spesso il rubinetto viene acquistato valutando principalmente il fattore estetico, scelta che a volte comporta alcuni inconvenienti. Per questo abbiamo progettato questo spazio esperienziale in cui muoversi in libertà, provare i prodotti e capirli anche senza che nessuno ci accompagni”.

Il livello inferiore è dedicato agli accessori e al completamento delle collezioni. Per continuità estetica, il progetto riprende il linguaggio del primo piano, con l’utilizzo del travertino e delle vasche. La Ossino, che cerca sempre di estrapolare e di esasperare l’anima dei materiali utilizzati – “se lavoro con la pietra mi piace per paradosso trasformarla in un materiale leggero”– dichiara la massima attenzione, quasi un’ossessione per il gioco di sfumature di colore degli interni, in grado di modificare profondamente l’armonia degli ambienti.

Al piano inferiore lo spazio è aperto e dinamico: sulle pareti perimetrali corre un’ampia varietà di referenze (a completamento delle collezioni) e di miscelatori da cucina, quest’ultimi installati nello spazio stilizzato accennato dal legno cannettato. Il rigoroso layout è movimentato dalla presenza di due vasche tonde – davanti alla parete con le proposte doccia – e di quattro lavabi che presentano le soluzioni freestanding. Un’area circoscritta è dedicata all’abaco di soluzioni termostatiche. Qui un radiatore Antrax – nero, geometrico, rigoroso – mette in scena le performance di Code®, il nuovo sistema intelligente prodotto da Caleffi S.p.A. che permette di regolare da remoto la temperatura di ogni ambiente della casa attraverso la app dedicata dello smartphone. Gli arredi – i due scultorei tavoli centrali di legno massello, caratterizzati da curve forti e bordi sottili, e il piccolo tavolo riunioni chiuso da vetrate scorrevoli – sono tutti disegnati dalla stessa Ossino, fatta eccezione per le sedute di design scandinavo. Ekinex si è occupata dell’intera gestione domotica dello spazio, configurando in un unico impianto centralizzato gli scenari di luce, le installazioni notturne, le vetrine, la climatizzazione, i consumi energetici.

Lo showroom riscrive l’idea dello spazio espositivo, in cui gli oggetti concorrono a creare un’installazione, trasformando lo spazio in un ambiente accogliente, perfetto per ospitare in un futuro molto prossimo anche eventi e mostre d’arte.