#IlSettoreBagnononsiferma

Il settore bagno non si ferma e il design resiste!

In un momento come questo in cui tutto può succedere e, nonostante tutto, tanto succede, i racconti e le voci si rincorrono sul web etichettati spesso da significativi hashtag  che in poco tempo si trasformano in progetti editoriali di spessore. Casualmente (quasi) un paio di questi # si sono incrociati  e hanno deciso di raccontarsi a vicenda. In tempo di emergenza Covid-19 succede anche che due giornalisti si intervistino tra loro… Mentre la redazione del Bagno Oggi e Domani sta dando voce ai protagonisti del settore arredobagno sul sito e sui social, sul web è nato un bel progetto che si chiama “Design Resistenza” (“un luogo in cui raccontiamo il design che resiste – aziende, professionisti, artigiani, giornalisti”, in un blog e in una pagina Facebook e Instagram). Alla guida del progetto Claudio Moltani, Valentina Dalla Costa e Cristina Provenzano. Claudio oltre ad essere stimato collega è un amico, della nostra testata, ecco perché abbiamo pensato di intervistarlo e di intervistarci… qui trovate l’intervista di Claudio, la mia andate a vederla sul suo blog di “Design Resistenza (Cristina Mandrini)

Design Resistenza, sono due tra le mie parole preferite. Il design come può aiutarci a resistere Claudio?

Cristina, io intendo il termine design come “progetto”, e non come, a livello di sentiment comune, “oggetto”. Uno spremiagrumi può essere bellissimo, ma non ci cambierà mai la vita. Un progetto può indagare, proporre, esplorare, provocare, risolvere, fallire ma ha attinenza con la realtà. E la realtà si può cambiare. Il collegamento fra Design e Resistenza lo inserisco proprio qui: il Progetto ci permetterà di resistere, di ri-continuare a vivere, lavorare, amare, viaggiare. Compito delle aziende, dei designer, ma anche di tutti noi, ognuno con le proprie capacità, sarà quello di non dimenticare questo periodo. Verrà il tempo delle analisi, degli approfondimenti, della discussione su cause e concause, ma cominciamo a non dimenticare quello che stiamo vivendo. Non dimentichiamo, ecco perché serve una continua testimonianza. 

Il nostro lavoro: dal racconto di “forme e funzioni” di oggetti al racconto di emergenza e incertezza. Con quale spirito tu e le tue compagne di viaggio state affrontando questa esperienza professionale?

Guarda, con Valentina Dalla Costa e Cristina Provenzano, le mie “compagne di viaggio”, ci siamo sentiti telefonicamente nel pomeriggio di domenica 15 marzo, chiedendoci l’un l’altra ‘cosa facciamo’? Due ore dopo, eravamo partiti con Design Resistenza, la sera erano on line le pagine FB e IG e anche il sito. Da lunedì, sono arrivati i primi contributi di aziende, designer, studi di architettura. Lo spirito che ci ha spinti ad agire è quello di non subire la situazione, di non rassegnarci, di non piangersi addosso. Di dare, nel nostro piccolo e limitatamente al nostro settore, un segnale di positività, di voglia di ri-cominciare.

Anche questa intervista “unica” dimostra come l’emergenza induca ad accantonare i vecchi schemi per sperimentarne di nuovi; e dimostra l’importanza del lavoro collettivo. Ritrovi questo atteggiamento nel mondo che state incontrando con le vostre interviste?

Devo ringraziarti moltissimo, Cristina, perché l’idea di questa intervista è stata tua, ed è sicuramente una nuova, possibile, modalità per affrontare uno scenario inedito e senza uno storico al quale attingere. Ritrovo questa voglia di condivisione, di “ce la faremo”, anche nelle interviste, nei messaggi, nei video che arrivano a Design Resistenza.