#IlSettoreBagnononsiferma

#ilsettorebagnononsiferma: Tece e l’emergenza Covid-19

"Sono veramente orgoglioso e riconoscente a tutta la squadra Tece che ha sempre dimostrato una grandissima professionalità e dedizione ed ancor di più oggi, in questo scenario che nessuno poteva prevedere, si sta dimostrando attaccata all’azienda", racconta Fabio Tessari, AD di Tece

Fabio Tessari e  Angela Sarcinelli, rispettivamente  AD e Responsabile Marketing dell’azienda Tece Italia, ci regalano la loro formula positiva per superare questo momento di emergenza, a partire da un nuovo modo di comunicare tra dipendenti e con la clientela fino al concetto di lavorare tutti pensando al bene del settore, non solo della propria azienda.

Angela Sarcinelli

Il blocco imposto dal coronavirus ci ha messo drammaticamente di fronte ad una duplice prospettiva: da un lato, ed in maniera prioritaria, tutelare la salute di tutti i nostri collaboratori; dall’altro, riorganizzare il nostro modo di lavorare per garantire il servizio ai clienti e non far mancare loro la nostra “presenza”, anche nella distanza che ci è stata imposta.
In questo tempo “nuovo”, in cui la distanza interpersonale è un fattore incolmabile, abbiamo dovuto costruire un nuovo modo di lavorare insieme, dialogando e scambiandoci informazioni in video conferenza e, paradossalmente, scoprendoci più coesi e creativi che in passato.
Superata la crisi i clienti si ricorderanno delle persone che sono state presenti, anche se in forme inaspettate. Questo è un tempo in cui le organizzazioni possono o “fare del bene”, o “far sentire bene” le persone. Ed in questo senso la nostra comunicazione social di questi tempi è mutata, per lasciare spazio a messaggi di speranza e di coesione, di senso di responsabilità e di “vicinanza”. Questo cambio di paradigma nella relazione con i clienti ha messo in moto la “creatività” di tutti i colleghi, che si sono attivati da subito ed in maniera personalizzata per rimanere in contatto virtuale con i clienti, con messaggi video ai clienti, postando video sui social o con videochiamate con gli stessi.

Fabio Tessari

Quello che più mi sta impegnando in questo periodo, dove l’operatività è quasi annullata, è il pensare ed il prepararsi al dopo; tutti dicono troveremo un mondo diverso, uno stile di vita diverso ed un modo di fare business diverso. Io sono certo di questo ma sto cercando di capire cosa voglia dire diverso ed in che modo dovremo e potremo noi di Tece adattarci a ciò. Certamente siamo di fronte ad un momento che segnerà nella nostra storia imprenditoriale il “prima” e il “dopo” Covid 19.
L’unica arma che abbiamo è metterci il cuore, la fiducia, la speranza e la responsabilità.
Come diceva Angela stiamo facendo tutto il possibile per dare continuità al business, mantenendo il motore su di giri anche se in folle, pronti alla ripartenza a pieno ritmo appena la safety-car si toglierà dal circuito. Devo dire che sono veramente orgoglioso e riconoscente a tutta la squadra Tece che ha sempre dimostrato una grandissima professionalità e dedizione ed ancor di più oggi, in questo scenario che nessuno poteva prevedere, si sta dimostrando attaccata all’azienda ed al proprio lavoro in un modo assolutamente fuori dal comune. Per questo e per la positività che mi contraddistingue, mi auguro di trovare questo in tutti gli attori del mercato e quindi clienti distributori, concorrenti ed installatori.
Per poter superare e magari ottenere anche dei vantaggi da una situazione di grossa difficoltà come questa, dovremo tutti lavorare di concerto per un unico fine, ripartire e ripartire tutti.
Quali saranno armi e modi che avremo ancora non mi è chiaro ma quello di cui sono certo è che lo potremo fare solo se lo faremo tutti coesi, infatti ritengo che in una situazione del genere non si possa pensare solo agli interessi/bene del singolo ma bisogna pensare al settore nel suo insieme.
Le cose che in questo momento per esempio non mi piacciono affatto sono il tentativo di qualche (per fortuna sono la minoranza) attore della filiera che sfrutta la situazione per chiedere deliberatamente posticipi di pagamenti ai fornitori, come se questi ultimi non stessero vivendo la stessa situazione, senza considerare che ogni azienda è sia fornitore che cliente e quindi avallando il fatto che chiunque deve dei soldi a loro si comporti nel medesimo modo.
Quello che io posso dire e che sto anche rispondendo a tutti è che gli impegni presi vanno rispettati, che il governo tramite il servizio bancario e finanziario sta facendo e farà la sua parte per supportare le aziende e che se ogni azienda scarica il suo problema a valle al proprio fornitore blocchiamo completamente la filiera, nessuno paga nessuno ed a questo punto si blocca tutto e moriamo tutti.
Nessuna azienda avrà la liquidità per pagare stipendi, commissioni e quant’altro e di conseguenza bloccheremo completamente il Paese. Ogni piccolo insoluto rappresenta una ferita in un tessuto economico come l’attuale messo a dura prova dalla pandemia e segnerebbe l’opposto del senso civico, imprenditoriale e di unità che ora deve essere messo da tutti; per questo motivo mi auguro che ogni imprenditore si senta in dovere di fare la sua parte per superare questa crisi.
Come dicevo sopra è proprio ora e nel prossimo futuro, che dobbiamo invece lavorare tutti insieme e tutti con lo stesso scopo, ripartire e farcela tutti , senza pensare al proprio orticello perché altrimenti il “virus” delle insolvenze farà più vittime del coronavirus.
Certamente ci aspetta un periodo di contrazione, recessione e difficoltà ma la tempesta si passa solo tutti insieme, da solo ognuno di noi non ce la può fare.
Ovviamente allo stesso tempo, auspico che passata l’emergenza sanitaria il Governo si concentri appieno sull’emergenza economica e quindi dia il totale supporto alle aziende ed ai professionisti in termini di liquidità proprio per evitare quanto detto, qualcosa è già stato messo in atto ma molto va ancora fatto, che si tratti di “helicopter money”, aumento dei fidi a tutte le aziende in maniera indistinta o blocco dei pagamenti delle tasse, qualsiasi cosa pur che si ottenga l’obiettivo necessario alla sopravvivenza del nostro tessuto produttivo e distributivo.