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B-CRITIC | Riflessioni di Marinella Ferrara sul bagno come ecosistema sensibile

Progettare il bagno del futuro significa abbandonare la logica dell’invisibilità funzionale e abbracciare la materia come co-autrice dell’esperienza. Etico, performativo e vivo, lo spazio bagno può diventare il luogo più intimo dove materia e design si rigenerano a vicenda.

Marinella Ferrara è Professore di Design al Politecnico di Milano, insegna Product Design e Storia del Design e della Tecnica. Dal 2015 coordina MADEC, il gruppo di ricerca che indaga il ruolo centrale dei materiali nel processo di design e nell’educazione. È Direttore Scientifico dei Progetti di Capacity Building per il Royal College of Traditional Arts, Arabia Saudita, per il quale progetta i nuovi programmi di studio sul design e le arti. Ecco le sue riflessioni sul bagno come ecosistema sensibile.

Da alcuni anni, il New Materialism pensiero sta silenziosamente trasformando la ricerca, le pratiche e il linguaggio del design. Superando l’opposizione cartesiana tra soggetto e oggetto, mente e corpo, umano e non umano, questo programma filosofico e politico riconosce nella materia una forza attiva, capace di rispondere, reagire, trasformarsi, comunicare.

Nel contesto della crisi ecologica, questa prospettiva invita i designer a vedere i materiali come agenti relazionali con cui cooperare e coabitare. Non si tratta più solo di ottimizzare risorse e consumi, ma di progettare ambienti che orchestrino ecosistemi sensibili e relazioni viventi, sostenibili e rigenerative. Basato sull’attenzione e la cura, piuttosto che sul controllo, sulla coabitazione piuttosto che sull’ottimizzazione, il design nel futuro diverrà facilitatore di relazioni tra umani, organismi viventi, materiali e tecnologie, perseguendo una visione di gestione efficiente delle risorse che supera il materialismo “meccanicista” che ha dominato negli ultimi duemila anni il pensiero occidentale. Il design progetterà le nuove relazioni di applicabilità dei materiali viventi come elementi di design esperienziale, sostenibile e rigenerativo

Il bagno, nodo critico del metabolismo domestico, può diventare un laboratorio post-antropocentrico: uno spazio sensoriale e intelligente, dove il corpo dialoga con il ciclo dell’acqua, tubature e superfici co-evolvono con microrganismi luminescenti, miceli, licheni, alghe; dove i materiali trattengono l’umidità, e rilasciano sostanze, microflussi di vapore e umori rigeneranti.

In questo scenario, il design del bagno si fa care-oriented, sensibile, multispecie. Progettare il bagno del futuro significa abbandonare la logica dell’invisibilità funzionale e abbracciare la materia come co-autrice dell’esperienza. Etico, performativo e vivo, lo spazio bagno può diventare il luogo più intimo dove materia e design si rigenerano a vicenda.