B CRITIC – Il design raccontato da Giorgio Bersano

Oggi il design ha una capacità di penetrazione mai vista prima e si afferma sullo sfondo di sempre più numerose aree di applicazioni. Il pensiero di Giorgio Bersano

Sullo sfondo di un mercato mondiale, negli ultimi vent’anni il design ha acquisito valenza universale diventando variabile onnipresente di quel mondo artificiale che, nella crescente produzione di beni e di servizi delle società del benessere, è diventato realtà primaria capace di occultare la complessità della natura e delle sue azioni. L’affermarsi delle interconnessioni economiche a livello planetario ha trasformato i paradigmi della tradizione progettuale: da un lato il design è diventato fondamentale strumento di una design economy in costante crescita, dall’altro ha affrontato il tema di percezioni sensoriali legate all’udito, al gusto, al tatto, ricorrendo di volta in volta agli strumenti del sound o del food design. In parallelo, si è svincolato dalla concretezza degli oggetti e delle sensazioni per diventare strumento di definizione di interfacce digitali e di temi legati ai servizi, alle organizzazioni produttive, alle impalpabili tematiche del sociale, coerentemente con le teorie anglosassoni di un design thinking orientato a proporre il progetto come creatività allargata e problem solving.

Il design si è così trasformato in strumento onnipotente e onnipresente che ha visto l’affermarsi di percorsi alternativi predisposti dai makers, dal download design, dai sostenitori dell’eco-friendly, in una saturazione di proposte e di approcci che contemplano le parallele ipotesi della design-art o del low-cost. Sullo sfondo del moltiplicarsi delle aree di applicazione (fashion design, furniture design, web design, interactive design, food design, product design, transportation design, interior design, graphic design, exhibition design, color design, social design, strategic design, interactive design) il disegno industriale ha acquisito una capacità di penetrazione mai prima conosciuta: Antonio Citterio e Mario Bellini hanno affermato l’idea di un design quale meta-brand funzionale alla qualificazione del prodotto e della sua immagine e quindi diventato significativo strumento di orientamento ai consumi.

Tuttavia, al mondo del design fanno riferimento quelle apparecchiature che utilizzano energia elettrica, acqua, gas, a supporto del comfort di residenze, ambienti di lavoro, strutture sanitarie, luoghi della ristorazione e del tempo libero oltre che della loro sanificazione imposta dal Covid 19. Sono strumenti che Donald Norman definirebbe “prestazionali“ perchè scelti non tanto in funzione dell’immagine, dei colori, dei volumi, quanto in rapporto alla qualità delle soluzioni e dei servizi. Si tratta di strumenti che funzionano grazie a un motore alimentato da corrente elettrica o controllato da strumenti digitali, secondo una logica che impone la presenza di una scocca destinata a evitare eventuali incidenti derivanti dall’azione del motore o dal passaggio di corrente. Inevitabile quindi il connubio fra appliances e design, anche se quest’ultimo limitato al progetto di una carrozzeria in genere concepita come strumento dal ridotto impatto visivo rispetto agli ambienti di destinazione.