Osservatorio Arredobagno

Osservatorio 2023 Rappresentazione digitale | Realtà virtuale

Lo showroom può proporre al cliente - attraverso la realtà virtuale 3D, la realtà aumentata o grazie a sofisticati strumenti che utilizzano l’Intelligenza Artificiale – un viaggio alla scoperta di composizioni o prodotti nelle varianti che non possono trovare spazio in showroom

La realtà virtuale – che sia immersiva o meno – è sicuramente un potente mezzo di comunicazione che, non solo affascina e sorprende ma può essere declinata in una serie di strumenti utili, sia per l’azienda di produzione sia per il rivenditore. Gli oggetti che entrano nella stanza da bagno appartengono a diverse categorie, a loro volta declinate in diverse collezioni proposte in innumerevoli varianti che differiscono per dimensioni e componibilità, materiali e finiture. È il risultato del bagno “taylor made”, quello che ogni cliente desidera, realizzato esattamente su misura, anche con soluzioni fuori catalogo. La ricchezza delle proposte arredobagno, e la loro combinazione trasversale per ottenere un progetto definitivo, impone al rivenditore scelte precise nel realizzare l’allestimento degli spazi fisici dedicati ai brand. Inoltre, rinnovare frequentemente le esposizioni implica tempo e costi. Per ovviare a queste problematiche, lo showroom potrà proporre al cliente – attraverso la realtà virtuale 3D, la realtà aumentata o grazie a sofisticati strumenti che utilizzano l’Intelligenza Artificiale – un viaggio alla scoperta di ulteriori composizioni o prodotti nelle varianti che non possono trovare spazio in showroom, così come anche immergersi nel proprio futuro ambiente bagno, dove tutti gli arredi sono quelli prescelti.

Un’esperienza emozionale che ha risvolti pratici perché in fase di acquisto è difficile valutare la composizione dell’arredo generale guardando una piantina, altra cosa è immergersi all’interno dell’ambiente che, ovviamente, corrisponderà alla realtà anche per dimensioni. Infine, per illustrare la funzionalità della tecnologia nascosta all’interno dei prodotti, quei plus che fanno la differenza ma che dall’esterno non si vedono, certamente un video 3D potrebbe essere non solo esplicativo, poiché risponde bene alla domanda “come funziona?”, ma anche particolarmente coinvolgente e convincente per l’utente.

Infine, video immersivi di questo tipo possono essere pensati anche per illustrare l’installazione dei prodotti bagno step-by-step, in modo semplice e chiaro. Altri strumenti da non sottovalutare sono i possibili utilizzi dei configuratori 3D –di semplice fruizione sia per l’utente finale sia per l’architetto progettista – per realizzare virtualmente una o più parti del progetto bagno. Lo scopo del virtuale, infatti, è quella di ricreare la realtà non solo visivamente, ma soprattutto dal punto di vista funzionale.

ATTRAZIONE FATALE: LO ACQUISTO ONLINE!

Abbiamo parlato di esperienza online che offre ispirazioni puntuali per il progetto di arredobagno, a cui si può aggiungere l’esperienza virtuale di una visita in showroom restando comodamente a casa. In entrambi i casi si parla di comunicazione, di linguaggi e, a questo proposito, quando un oggetto risultasse decisamente significativo per noi, allora si è disposti ad acquistarlo anche senza vederlo dal vivo. E questo vale anche per il prodotto arredobagno. La pensa così Loredana La Fortuna – dottore di ricerca in Teorie del Linguaggio e Scienze dei segni – che considera il design come un codice da interpretare attraverso la comunicazione, gli studi culturali, i valori della sociologia e della semiotica. “Certamente si acquista tenendo in considerazione caratteristiche estetiche, tecniche ed economiche di un prodotto – afferma La Fortuna – ma soprattutto si compra in funzione di quello che l’oggetto è in grado di comunicare, in funzione dei suoi valori e dei suoi significati. Per questo oggi si parla tanto di storytelling nell’ambito del marketing. Per esempio, se la mia idea di bagno è quella di un luogo di relax, sarò inevitabilmente attratto da tutti quegli elementi che nella forma, nei colori e nei materiali rispecchiano la narrativa che ho in mente. Diverso sarà se invece penso al bagno come a un luogo di servizio, pratico e funzionale. È quindi importante perciò che i siti aziendali siano in grado di comunicare una storia, la filosofia che è alla base dei loro progetti e prodotti. Per lo stesso motivo le ambientazioni fotografiche di progetti e prodotti sono fondamentali. Non si può pensare di raccontare una storia solo con i personaggi. Occorre il contesto, lo spazio, il tempo e, possibilmente, una trama. Più l’immagine saprà comunicare l’idea alla base della progettazione, più avrà la possibilità di incontrare l’interesse del cliente che si riconoscerà in quella storia. È un po’ come leggere un libro. Il più delle volte piace perché ci troviamo qualcosa di noi. Penso che fa la differenza nell’esperienza di acquisto non tanto l’osservare l’oggetto dal vivo o su uno schermo, quanto il fatto che quell’oggetto risulti significativo per noi. Gli studi di cultura visuale insegnano che, in fondo, noi guardiamo tutti le stesse cose, ma di fatto vediamo cose diverse a secondo di quello che sappiamo, quello in cui crediamo, quello che immaginiamo. Il mondo virtuale offre incredibili opportunità per incontrare questi sguardi culturalmente orientati.” Infatti, la cultura del mondo del bagno cresce di pari passo con l’interesse che questo ambiente suscita. Si pensi ai canali social: in questo periodo si parla molto di Home Staging e, come osserva Loredana La fortuna “Le influencer in questo ambito sono tantissime con numeri di follower davvero impressionanti. Spesso, tra le loro storie o i loro reel troviamo immagini di bagni anonimi, trasformati con pochi tocchi. In genere, lavorano sull’identità di questi luoghi che, con uno specchio e un accessorio diverso, oppure con l’aggiunta di ceste e piante, acquistano un’identità più decisa e accogliente. È una realtà che può crescere e diventare sempre più credibile, soprattutto se svolta da professionisti del settore.”

La cosa non stupisce perché il cliente finale attribuisce una reale importanza all’ambiente bagno, è curioso e vuole scegliere con oculatezza, è attento al design e alla qualità, valuta la reputazione del brand e privilegia marchi e prodotti attenti alla responsabilità ambientale e sociale. Anche questi sono argomenti di narrazione che inducono il consumatore a “fidarsi e affidarsi” e possono e devono trovare spazio sul web.

DILATAZIONE DELLA CUSTOMER EXPERIENCE

Tirando le fila del discorso sulla rappresentazione del prodotto arredobagno tra vetrina fisica e vetrina digitale o virtuale, pensiamo che queste due esperienze non siano antitetiche e neanche che una superi l’altra per importanza ai fini della vendita, ma che siano complementari. Almeno fino ad oggi. Come a dire: il Phigital resta il paradigma delle strategie di vendita. Certamente c’è chi acquista quasi tutto online, dall’abbigliamento agli elettrodomestici, ma resta il fatto che ad oggi sia necessario che “Le due dimensioni coesistano – afferma Loredana La Fortuna – proprio perché diversissimi sono gli utenti e altrettanto diverse le aspettative.

Un esempio pratico: non si può pensare che il cinema sostituisca completamente la letteratura. Le due cose coesisteranno sempre ed è un bene perché, anche se lo scopo di entrambi è raccontare storie, i linguaggi sono diversi, i risultati comunicativi sono diversi. Quello che uno shop online può e deve offrire è un’esperienza di acquisto diversa da quella del negozio fisico, non semplicemente la stessa esperienza fatta però a distanza.” Così, lo showroom fisico è destinato a modificarsi. Possiamo ipotizzare spazi fisici più contenuti e, di contro, spazi digitali più ampi, soprattutto nella fase di visualizzazione e preventivazione del progetto bagno. “Più che luogo di esposizione – prosegue La Fortuna – lo showroom fisico dovrebbe essere un luogo esperienziale che privilegia la componente tattile e olfattiva, quella che di fatto – forse ancora per poco – non è riproducibile nello spazio digitale. Allo stesso tempo, però, lo spazio digitale non può limitarsi a essere un catalogo di immagini. Quello che spesso manca è l’uso di descrizioni efficaci a supporto delle immagini che siano da guida per operare una scelta consapevole. Perché acquistare quell’oggetto piuttosto che un altro? Per chi e per quale ambiente è adatto un determinato elemento di arredo e per chi invece non lo è? Testi descrittivi curati ed efficaci che coinvolgano l’utente sono fondamentali nel guidare la scelta.” Fisico e digitale, due diverse customer experience che, però, producono ottimi risultati se utilizzate entrambe. La pensa così anche Lorenzo Viesi di Vitamina Studio che, constatando come ogni luogo si stia dematerializzando, dalle case agli uffici, anche uno showroom può e deve abilitare nuove esperienze digitali, sottolineando l’importanza del “Monitorare soprattutto il flusso di interazione con le persone: dalla prenotazione dell’appuntamento, alle proposte di prodotto, fino alla vendita, il flusso nel suo insieme dovrà risultare fortemente digitalizzato. Spazi fisici e virtuali dovranno andare, a mio avviso, di pari passo.” Infine, come già ben sappiamo, sono i servizi che offre un punto vendita a fare la differenza. Il cliente desidera una consulenza su misura, vuole sentirsi coccolato con un trattamento esclusivo. Come osserva Gianluca Gaetani – marketing manager di Maticad, azienda specializzata in applicazioni software per la progettazione di interni, specifiche per il settore delle ceramiche e dell’arredobagno – “È importante seguire il cliente sia nella fase che precede la vendita sia nel post-vendita, facendo fronte a tutte le domande e le richieste che possono scaturire. In tal senso, gli strumenti digitali possono facilitare il lavoro di un venditore ben organizzato permettendogli di tenere monitorate tutte le fasi interlocutorie, oltre a rappresentare un potente veicolo di convincimento.”

DIGITALE + VIRTUALE: TRA NOI E CON NOI

Le tecnologie aprono nuove frontiere e possibilità con le quali è ineludibile interfacciarsi, soprattutto per comprenderne sia l’utilizzo sia in che misura queste possano portare vantaggi concreti alla filiera dell’arredobagno. Quelli che stiamo vivendo sono cambiamenti di portata rilevante, che entrano anche nelle nostre vite modificando le abitudini. Strumenti che ci hanno abituato a non considerare persa nessuna occasione, dall’evento al corso di formazione, perché con il digitale si “recupera” tutto. Pensiamo al beneficio dell’amplificazione dei tempi e degli spazi delle manifestazioni fieristiche – un esempio su tutti è l’edizione 2021di ISH a Francoforte, completamente realizzata in digitale – e che quest’anno, a marzo, si svolgerà in presenza ma senza rinunciare al contributo tecnologico. Nel settembre 2022, con la pandemia più sotto controllo, con grande coraggio il Cersaie bolognese ha realizzato un’edizione fisica, pur senza rinunciare ad esplorare il mondo della rappresentazione digitale, sia dei prodotti sia dei progetti, offrendo ai visitatori la nuova esperienza di una mostra completamente smaterializzata in sostituzione degli usuali allestimenti “fisici” degli anni passati. E se visitare una fiera non sarà più come prima, così come non si rinuncia alla comodità dell’acquisto online per quanto riguarda numerose categorie di prodotti, anche la modalità di progettazione degli ambienti si sta evolvendo e lo farà sempre di più. Pensiamo al progetto della sala da bagno, dove comfort, ergonomia, facilità di movimento, sicurezza, proporzioni degli spazi d’uso e degli arredi sono aspetti che difficilmente l’utente riesce a valutare con una progettazione di tipo tradizionale che accompagna la fase di acquisto. In genere, solo ad allestimento completato si comprende appieno quanto l’ambiente bagno risponda ai propri desideri. Di certo, più sarà alto di livello di “rappresentazione” degli oggetti e del progetto bagno, più l’ambiente apparirà realistico, più il cliente sarà convinto delle scelte fatte e, ci auguriamo, anche entusiasta!

Questo è solo uno stralcio dell’articolo completo, presente sul numero #335 del Bagno Oggi e Domani.