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Fenomenologia dell’arredobagno #1 Parliamo di autenticità con Giulio Iacchetti

L’idea di autenticità si lega a molteplici e diversi significati, e fa stare bene solo al pensiero. Il bagno autentico potrebbe essere la nuova ispirazione condivisa da tutti gli attori del settore. Per arrivarci è necessario un ripensamento della stanza da bagno, a partire… dalla stanza da bagno. Il pensiero di Giulio Iacchetti. Ecco la prima puntata di una serie di sei speciali pubblicati dal Bagno Oggi e Domani dedicati alla “Fenomenologia dell’arredobagno”.

A vista, a scomparsa, inscatolato, sospeso, destrutturato… la sperimentazione intorno alla stanza da bagno è stata a dir poco brillante negli ultimi anni, talvolta paradossale. Stupefacente sempre. Fuorviante spesso, tanto che nella maggior parte dei casi la clientela opta per soluzioni tradizionali e meno coraggiose rispetto alle iniziali intenzioni. Comprensibile. Un bagno è un bagno. deve essere pratico. Autentico. Allora la domanda è: che fine fa il tanto prezioso quanto faticoso lavoro di ricerca di aziende e designer? Come muta nel suo percorso dal centro stile al mercato? Fenomenologia dell’arredobagno. Iniziamo da qui, con il pensiero autentico (appunto) di Giulio Iacchetti.

Al bagno occorre un tavolo

L’arredobagno è un settore in cui Giulio Iacchetti è stato attivo per molto tempo e oggi il designer auspica un grande rinnovamento che può avere origine dalla creazione di un tavolo di studi allargato per lo sviluppo di una ricerca che non sia solo estetica, ma anche e soprattutto progettuale.

Da dove deve partire la ricerca sull’innovazione?

I designer devono lavorare con le aziende per poi progettare con loro visioni e identità, prima che oggetti o immagini, un percorso da fare insieme. Procedere singolarmente, per comparti produttivi, in un ambiente complesso come il bagno, non ha portato ad avanzamenti significativi.

In quali aree in particolare occorre operare?

Il bagno è un luogo molto importante per la vita delle persone e meriterebbe degli studi approfonditi. Noto l’assenza di una chiara visione, mi sembra che tutti gli sforzi si concentrino sull’aspetto estetico, mentre nel settore dell’arredobagno occorre un approfondito lavoro ingegneristico. Pensiamo, per esempio, a sviluppi innovativi sui sifoni e sulla mobilità dei vasi. Questo aprirebbe nuove strade al rinnovamento del bagno.  Altro ambito di ricerca è quello dei materiali, importantissimi per la sanificazione, la pulizia e l’igiene. Il bagno è inoltre uno degli ambienti più a rischio per il verificarsi di incidenti domestici, lo studio su materiali antiscivolo e il disegno di elementi privi di spigoli meritano sicuramente delle riflessioni. In generale, c’è un focus sulla progettazione di ambienti dove solo l’estetica è importante, mentre il bagno è un ambiente centrale nella vita delle persone. Vi scorre l’acqua, vi è una forte relazione con il corpo.

Forse proprio per il rapporto tra il bagno e il corpo che può suscitare un certo imbarazzo l’approccio è soprattutto estetico o estetizzante?

È possibile. Bisognerebbe avere il coraggio di parlare del bagno in maniera laica superando l’imbarazzo che il legame con il corpo e certe funzioni suscita. Negli anni Settanta ci sono stati esperimenti radicali nel settore del bagno e nel modo di viverlo: con il superamento di certe regole di convivenza e di coppia sono stati pensati usi del bagno in condivisione e con maggiore libertà, con i vasi affiancati per esempio. Gli attrezzi semantici sono disponibili, bisogna solo decidere di usarli.

 

Questo è solo uno stralcio dell’articolo che potete leggere interamente sul numero 317 del Bagno Oggi e Domani (da pag. 14 a pag. 23). Per accedere all’edizione digitale CLICCATE QUI