Attualità

Il progetto di Design for All dello IED di Torino

Con un approccio inclusivo gli studenti dell’Istituto Europeo di Design di Torino trasformano per Reale Immobili un appartamento storico in una casa per tutti

Una progettazione consapevole, inclusiva, accogliente, per permettere la fruizione degli spazi alla più ampia pluralità di soggetti. È con questo approccio che gli studenti dell’Istituto Europeo di Design di Torino hanno interpretato la richiesta di Reale Immobili, partner delle tesi in Interior Design a.a. 2019/20: ristrutturare un appartamento anni ’30 nel cuore di Torino, eliminando ogni ostacolo o barriera architettonica, senza rinunciare alla ricerca estetica e all’attenzione per i dettagli. 

Al piano alto di un edificio storico all’incrocio tra Corso Re Umberto e Corso Giacomo Matteotti, l’abitazione di 220 mq è stata ripensata nella sua interezza, riorganizzando la distribuzione interna dello spazio talvolta con la demolizione o la costruzione di pareti, ma sempre con una particolare attenzione alla conservazione delle finiture originali – come infissi, pavimenti alla palladiana e in legno, decorazioni e cornici in gesso – per preservarne l’essenza. Guidati dalla coordinatrice del corso Adelaide Testa e dalla docente Giorgia Scioratto, i quindici neo-diplomati hanno sviluppato individualmente altrettante proposte, riflettendo sui bisogni relativi a varie fasi della vita e differenti capacità percettive, motorie e cognitive. Comprendendo le implicazioni sociali e i benefici in termini di miglioramento della qualità della vita, lo studio d’interni segue i principi del Design for All e mette al centro la dignità umana, con progetti contro la discriminazione e per il rispetto della diversità.

Il percorso di tesi sull’interno domestico svolto durante il confinamento imposto dalla pandemia ha portato a una serie di riflessioni in sede di ricerca. Se la progettazione vera e propria non ha subito modifiche sostanziali, la fase di ricerca preliminare, inizialmente focalizzata sul sentirsi a casa, è stata ampliata con l’esplorazione del restare a casa. Gli aspetti positivi e rassicuranti legati all’esperienza domestica sono stati integrati con sensazioni più complesse e sfaccettate originate dalla permanenza forzata e continua, analizzandone l’influenza sulla sfera privata e professionale. La sicurezza, la valorizzazione, la funzionalità e la flessibilità degli spazi, elementi importanti nella progettazione inclusiva, sono divenuti aspetti essenziali e imprescindibili sui quali sviluppare proposte capaci di rispondere a nuovi bisogni diffusi, con ancora maggiore sensibilità per tutte le categorie per le quali i limiti di libertà di azione e movimento rendono il restare a casa realtà non temporanea. 

Rinnova l’abitazione senza tradirne l’identità storica il progetto Alterazione formale di Filippo Campanaro. Aperture, partizioni e rivestimenti sono i protagonisti di un intervento che rivoluziona gli spazi della tipologia abitativa tradizionale, valorizzandone al contempo la storicità con il mantenimento dei pavimenti originali, dai seminati veneziani con cornici mosaicate nell’ingresso e nello studio, al parquet a cassettoni nel soggiorno e a lisca di pesce nelle camere da letto. Nell’ingresso un gioco di luce, riflessi e trasparenze: il grande specchio e la boiserie riprendono le geometrie della parete vetrata del giardino d’inverno, spazio comunicante con lo studio progettato per il benessere psico-fisico di chi lo vive. Una nuova continuità tra soggiorno e cucina è data dall’apertura di un arco profilato in rosa – richiamo agli accenti cromatici nell’arredo di entrambi gli spazi – e dal passaggio di un telaio in ottone, funzionale all’ancoraggio di tendaggi e all’allaccio degli elettrodomestici. Nella zona notte, dove la differenza cromatica tra soffitto e pareti riduce illusoriamente la percezione delle altezze e rende gli ambienti più intimi, sono suggeriti nuovi richiami alla natura e ai tempi passati con gli arredi in paglia di Vienna e la vegetazione artificiale del mosaico sulla parete dell’area studio.

Points De Vue è l’appartamento per persone ipovedenti progettato da Alice Maria Attardo con accorgimenti che consentono la piena autonomia di chi vive lo spazio domestico: una casa spaziosa e sicura, senza ostacoli, grazie all’attenta disposizione di mobili dalle linee curve e morbide. Per supportare l’orientamento negli spazi, crea un percorso tattile a parete che guida verso l’uscita in caso di necessità e utilizza materiali dalle superfici diverse per ogni ambiente, ruvide o lisce, calde o fredde. Come nella scelta dei pavimenti: il freddo della resina e del laminato nella zona giorno in contrasto con il caldo del parquet nella zona notte. Oltre al tatto, viene enfatizzato l’olfatto con l’inserimento di una parete del soggiorno dedicata alla coltivazione idroponica di piante aromatiche, che possono essere utilizzati in cucina dando alla struttura una duplice funzione. La cucina in vernice laccata opaca con top in marmo lucido è realizzata su misura con pensili dalle porte scorrevoli verso l’alto e maniglie scavate all’interno dell’anta stessa per minimizzare al massimo il rischio di urto. 

Il progetto Frammenti abitati di Giorgia Cioffi propone un appartamento caratterizzato da una forte dicromia, che a tratti si dilata creando angoli pieni di colore. Queste eccezioni visive all’interno dello spazio, sono presenti in tutti gli ambienti con nuance blu e rosa in tonalità desaturate a creare atmosfere morbide e confortevoli. Carte da parati, rivestimenti e pannelli divisori in lamelle enfatizzano le bolle di colore che, in accordo con la scelta degli arredi, aumentano il senso di calore e accoglienza. Nella zona giorno, il soggiorno e la sala da pranzo sono comunicanti per migliorare la convivialità, mentre la cucina può essere all’occorrenza separata tramite l’utilizzo di porte scorrevoli. 

Punto di partenza del progetto Linearità formale di Eugenio Gelao  è la libera interpretazione di un classico dell’arredo del XX secolo, il Wendingen Rug di Elleen Gray. Installato sulla parete d’ingresso, il tappeto ispira con il suo disegno, i colori e le linee, la ripetizione di composizioni lineari e cromatiche in tutto l’appartamento. Gli ambienti dialogano attraverso le assonanze cromatiche e gli elementi lineari della boiserie rivestita in carta da parati vinilica: incorniciati da listelli neri, ampi rettangoli giocano con i contrasti di texture e di tinte nei toni beige e red earth. La costruzione degli spazi tutela il benessere psico-fisico ed elimina le barriere architettoniche, mantenendo spazi e passaggi ampi e garantendo l’utilizzo di tutti i servizi con la scelta di progettare su misura la maggior parte degli arredi.

I progetti di tesi sono il culmine del percorso triennale dei nostri studenti, il trampolino di lancio verso il loro futuro professionale. È il momento in cui sono liberi di esprimere al massimo la loro creatività e le competenze acquisite durante gli studi – dichiara Paola Zini, Direttore IED Torino. Quest’anno più che mai i nostri studenti hanno dimostrato di saper affrontare le sfide, reagendo alle difficoltà con coraggio, per portare a termine la progettazione. La partnership con Reale Immobili ha permesso ai giovani designer di confrontarsi con richieste concrete e di dialogare con professionisti sul tema della progettazione universale, sottolineando come un Istituto come il nostro abbia il dovere di trasmettere un approccio al design inclusivo e consapevole”. 

I progetti in collaborazione con Reale Immobili S.p.A., società di RealeGroup, sono stati realizzati da: Alice Attardo, Filippo Campanaro, Giorgia Cioffi, Carlotta De Crea, Roberta De Flammineis, Davide Del Maschio, Federica Gallucci, Eugenio Gelao, Gabriele Pallavicino, Carlotta Raso, Alessia Ribaudo, Paola Serena, Ivana Stella, Marilisa Testa, Liu Yuheng, diplomati del corso Triennale in Interior Design a.a. 2019/20 IED Torino, sotto la guida della Coordinatrice del corso Adelaide Testa.