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B(agno) CONTRACT #332 | Castello Tafuri, stile in libertà

Realizzato nei primi del Novecento, dopo varie vicissitudini il Castello Tafuri è oggi un moderno hotel di charme. Al fascino della costruzione, fiabesca e romantica, si aggiunge il panorama mozzafiato - dai colori inebrianti del mare cristallino di Sicilia ai resti di un’antica tonnara – e un’accoglienza qualificata che rendono il soggiorno indimenticabile.

Castello Tafuri domina la costa sud-orientale della Sicilia, davanti all’isola di Capo Passero. In posizione strategica tra Noto, Marzamemi, Modica, Ispica e Ragusa, questa immaginifica residenza – attualmente adibita ad albergo di lusso – racchiude in sé la testimonianza delle differenti fasi di ristrutturazione che hanno caratterizzato la sua storia. Progettato nel 1933 dall’architetto fiorentino Severino Crott e rimasto incompleto fino al 1957, il Castello sarà acquisito dalla famiglia Tafuri e trasformato in hotel già nel 1964 per poi subire una fase di abbandono. L’attuale intervento conservativo, realizzato su coordinamento scientifico e progettuale dell’architetto e professore Fernanda Cantone, riflette la volontà di mettere in evidenza le fasi trasformative del castello.

ESPRESSIONE DI AUDACIA INTERPRETATIVA
L’unicità architettonica di Castello Tafuri è esplicita e risiede proprio nei dettami della corrente Eclettica che, nata inizialmente nell’Inghilterra settecentesca, perdurò per tutto l’Ottocento e parte del XX secolo. L’eclettismo attinge a concetti e forme del passato, mescolando con disinvoltura stili diversi senza regole fisse e lasciando ampio spazio alla libertà interpretativa degli artisti-architetti che adottavano stilemi storici neoclassici, barocchi, medievali, del gotico e persino di architetture orientali, per poi arricchirsi di modernismo e Art Nouveau. Dal 1910 il Medioevo divenne il periodo storico di riferimento perché considerato più libero, con i suoi volumi asimmetrici, ricchi di particolari e di decorazioni policrome. Caratteristiche che ritroviamo negli edifici che compongono il corpo di fabbrica di Castello Tafuri, con le sue mura e alte torrette, così come nella scelta della tipica pietra locale – proprio come si usava nel Medioevo – oltre alla decorazione delle facciate, la cui ricchezza e varietà di elementi “a sporto”, con loggiati e merlature, cornici dalle sagome classiche, sottintendono l’apporto di esperti operai ed eccellenti artigiani. L’architettura eclettica generalmente si rivolge a una clientela ricca, esponenti dell’alta borghesia, soprattutto imprenditoriale, già committente elettiva del Liberty, che ama esibire il proprio prestigio e potere attraverso palazzi da ostentare quale status symbol. Ed è stato così anche per il Castello, originariamente concepito come residenza privata – sebbene mai completata e abitata – degli stessi proprietari della tonnara adiacente, di cui oggi restano le rovine. Con l’acquisto da parte della famiglia Tafuri, il Castello fu adibito a hotel nel 1964, per essere poi ampliato negli anni Settanta, restando operativo fino al 1998. Dopo una nuova fase di abbandono, questa architettura utopica e visionaria è tornata oggi a nuova vita.

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